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Raimon Panikkar da: "La confidenza." Joca Book 2013 (P.17-19)
Ogni uomo è una sorta di centro che emette innumerevoli onde delle più disparate frequenze. Alcune di esse sono prodotte dal diapason intellettuale, altre sorgono dalle corde sentimentali, con tonalità più alte o più basse, e così via. Una infinità di queste radiazioni da noi emesse sfugge non solo alla nostra volontà ma anche alla nostra consapevolezza. Non solo l'enorme gamma di note armoniche e concomitanti sfugge al controllo conoscitivo e volontario, ma dal nostro essere vengono anche emesse radiazioni di lunghezza d'onda totalmente indipendenti, senza l'intervento della coscienza o della volontà. Ogni persona, però, è tanto una emittente quanto una ricevente, il che permette le relazioni interpersonali.
Ci interessa ora fissare uno di questi casi, per cercare di analizzarlo. Nel caso più semplice, quando parliamo con qualcuno, emettiamo coscientemente alcune determinate onde: l'idea principale che vogliamo esprimere. Il nostro interlocutore la capta e reagisce di conseguenza. Si intavola così una conversazione, anche se ancora molto lontana dalla confidenza.
Noi però, insieme alla vibrazione principale, emettiamo una moltitudine di armoniche, della cui esistenza (salvo rari casi) abbiamo tutt'al più una consapevolezza generica. Sono rimasugli di pensieri passati, sfumature inespresse, sentimenti concomitanti, presupposti impliciti, esperienze assimilate, insuccessi e successi latenti; sono, in definitiva, un piccolo riassunto, un breve riepilogo di tutto il nostro essere. L'uomo, nonostante la sua complessità, è anche certamente un'unità che partecipa per intero a ogni sua manifestazione, per quanto piccola.
Non si pensi, certo, che possediamo la chiave magica per conoscere una persona da un solo dettaglio della sua vita. Questo non è possibile finché scorrono le nostre vite. Nessuno può comprendere esaustivamente nessuno finché la nostra esistenza terrena non sia giunta al termine, cioè finché non saremo “comprehensores”, per dirla in linguaggio teologico. Fino allora, la possibile comprensione può solo essere un'imperfetta “patenza” (opposto di latenza) dell'altro in noi. Anche se questa facoltà contiene un elemento razionale, non può essere una evidenza logica, dato che non è scritto da nessuna parte che l'uomo sia sempre coerente in tutte le azioni della sua vita. La comunicazione umana è come un'equazione con un numero, non infinito, ma incommensurabile di variabili, nel cui primo termine è racchiusa tutta la personalità dell'uomo, autore e unico responsabile delle proprie azioni.
A saperne di più su questa comprensione globale è la confidenza che si ha con un amico, che nasce spontaneamente con determinate persone, che scaturisce in noi talvolta quasi involontariamente. Dobbiamo però precisare meglio, dato che a lato della comprensione ci sono molti altri valori dalla forte carica sentimentale e che vanno nella stessa direzione: nostalgia, amicizia, intimità, fiducia, conforto, ecc.
Abbandonando per un momento la similitudine acustica, ma non quella delle onde, la personalità umana potrebbe essere paragonata a un'emittente che invia in tutte le direzioni i suoi fasci di onde e come un radar accusa subito ricevuta. Il nostro flusso di onde ha incontrato un corpo solido sul suo cammino e torna indietro, riflesso. Abbiamo trovato un amico o, per lo meno, qualcuno che potrà diventarlo. In concreto, abbiamo trovato un confidente.


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