Scritti e Testi in Evidenza da Fonti diverse e citate
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Da: “L’illusione di Dawkins” Il fondamentalismo ateo e la negazione del divino. Di: Alister McGrath con Johanna Collicutt McGrath
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Conclusione
 
Ogni visione del mondo, religiosa o meno, ha il suo tallone d'Achille. Ce una tensione fra la teoria e l'esperienza, e l'insorgere di domande a proposito della coerenza e dell'attendibilità di quella visione del mondo. Nel caso del cristianesimo, molti individuano questo punto debole nell'esistenza della sofferenza nel mondo. Nel caso dell'ateismo, si tratta invece della persistenza della fede in Dio, laddove si suppone che non esista alcun Dio in cui credere.
Fino a poco tempo fa, l'ateismo occidentale ha atteso pazientemente, credendo che la fede in Dio sarebbe semplicemente morta di morte naturale. Adesso, però, un'ombra di panico comincia a farsi evidente. Lungi dallo spirare, la fede in Dio si è ristabilita, e sembra pronta ad esercitare un'influenza ancora maggiore, tanto nella sfera pubblica quanto in quella privata. L'illusione di Dio esprime questa profonda ansia, riflettendo in parte un intenso disprezzo per la religione. Eppure, c'è anche qualcos'altro, spesso trascurato nella foga del dibattito. L'ansia riguarda la possibilità che sia in gioco la coerenza stessa dell'ateismo. Potrebbe la rinascita della religione convincere molti che lo stesso ateismo è una visione del mondo fatalmente incorretta?
L'illusione dì Dio sembra progettato più per rassicurare gli atei la cui fede vacilli, che non per confrontarsi in maniera onesta e rigorosa con i fedeli religiosi o con altri che siano alla ricerca della verità (ci si potrebbe chiedere se questo possa dipendere dal fatto che lo stesso autore è un ateo la cui fede sta vacillando). I fedeli religiosi saranno sgomenti di fronte al suo cadere nei rituali stereotipi riguardanti la religione, e troveranno nella sua palese mancanza di onestà un importante disincentivo a prendere seriamente i suoi argomenti e le sue preoccupazioni. Anche coloro che cercano la verità, e che non si considerano religiosi, potrebbero restare scioccati dalla retorica aggressiva di Dawkins, dal suo sostituire, al confronto obiettivo con l'evidenza dei fatti, delle personali e dogmatiche affermazioni, dal suo tono spaccone e borioso nei confronti dei "fede-centrici", e dalla tua totale determinazione a non trovare null'altro che errore in ogni genere di religione.
E proprio questa profonda, destabilizzante ansia per il futuro dell'ateismo, che spiega l'"alto livello di dogmatismo" e l'”aggressivo stile retorico” di questo nuovo fondamentalismo secolare. II fonda-mentalismo nasce quando una visione del mondo sente di essere in pericolo, e attacca i suoi nemici, perché teme che il suo futuro sia minacciato. L'illusione di Dio è un'opera teatrale, piuttosto che accademica un feroce attacco retorico alla religione, e un appello appassionato affinché venga bandita e relegata nelle frange squilibrate della società, dove non può fare alcun male. Nessuno può dubitare del viscerale fascino che questo libro eserciterà sul pubblico secolare che è allarmato dalla nuova importanza politica concessa alla religione, e dalla sua crescente influenza e presenza nell'arena pubblica. Il suo atteggiamento liquidatorio nei confronti della religione otterrà senza dubbio il plauso di coloro che disprezzano la religione fin nel profondo del cuore.
Ciononostante, altri sono stati più cauti. Consapevoli del fatto che una critica della religione ha l'obbligo morale di confrontarsi con questo fenomeno al suo meglio, e nella maniera più persuasiva, molti sono stati disturbati dai volgari stereotipi di Dawkins, dalle sue contrapposizioni assolutamente semplicistiche ("la scienza è bene, la religione è male"), dai fantocci che costruisce, e da un'ostilità nei confronti della religione che rasenta il patologico. Potrebbe L'illusione di Dio avere in realtà un effetto contrario, e finire per persuadere la gente che l'ateismo è intollerante, dottrinario e sgradevole, come il peggio che la religione può offrire?
Dawkins sembra pensare che, dire qualcosa ad alta voce e con più convinzione, ignorando e banalizzando nel contempo le prove contrarie, persuaderà coloro che sono dotati di una mente aperta del fatto che le credenze religiose sono una sorta di illusione. Purtroppo, gli studi sociologici sui leader carismatici tanto quelli religiosi quanto quelli secolari indicano che Dawkins potrebbe aver ragione nel riporre qualche speranza in questa strategia. Per gli ingenui e i creduloni, ciò che convince è la sicurezza con cui si dice una cosa, piuttosto che le prove offerte a sostegno di quella cosa. Ciononostante, il fatto che Dawkins confidi in maniera così eccessiva nella retorica, piuttosto che nell'evidenza dei fatti, che dovrebbero essere i suoi naturali ferri del mestiere, indica che c'è qualcosa di sbagliato nella sua causa. Paradossalmente, il risultato ultimo de L'illusione di Dio per l'ateismo moderno potrebbe essere di suggerire che il suo imperatore non ha abiti da indossare. Potrebbe l'ateismo essere un'illusione, un'allucinazione su Dio?


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