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AI - INTELLIGENZA ARTIFICIALE Una Guida per comprendere (Mariano Giacobbo) |
Introduzione.
Molte passioni hanno segnato la mia vita: la matematica, la fisica e, soprattutto, la chimica. Queste discipline mi affascinavano profondamente, ma non ho avuto l’opportunità di approfondirle durante gli anni scolastici. Forse perché, da giovane, non ho trovato gli stimoli giusti per appassionarmi allo studio, anche a causa della mia nota avversione per le materie letterarie, legata a difficoltà oggettive che ho già descritto altrove.
Col tempo, la mia passione si è spostata verso un altro ambito: l’informatica e tutto ciò che ruotava attorno ai computer. Ho vissuto in prima persona lo sviluppo tecnologico straordinario degli ultimi decenni, rimanendone completamente coinvolto, sia a livello personale che professionale. Il computer è diventato il centro della mia esistenza, assorbendo tutte le mie risorse e lasciando poco spazio ad altri interessi. Fin da giovane, ho sempre avuto una visione netta della realtà, senza compromessi: tutto era bianco o nero, senza sfumature intermedie. Questo approccio mi ha portato a sviluppare una forte inclinazione per il pensiero logico e razionale, che ha caratterizzato il mio modo di vedere il mondo per molti anni.
In gioventù, ho frequentato ambienti cattolici, entrando in contatto con la cultura cristiana, le Sacre Scritture e la morale cattolica. Pur rimanendo a lungo in secondo piano, questo bagaglio ha lasciato in me un’impronta profonda. È stato solo alla fine della mia lunga carriera lavorativa, dopo una crisi identitaria – di cui ho già parlato altrove – che ho sentito l’esigenza di riscoprire le mie radici cristiane. Questo percorso mi ha portato a frequentare per alcuni anni una scuola di teologia.
Questa esperienza ha riacceso in me la passione per il pensiero filosofico, spingendomi a leggere e studiare alcuni dei più grandi autori. Molti si stupivano del fatto che riuscissi a comprendere testi considerati difficili, ma per me era naturale: probabilmente perché ero sempre stato allenato al ragionamento logico e abituato a usare la mente in modo rigoroso. Approfondire questi temi mi dava un grande senso di soddisfazione e stimolava ulteriormente la mia curiosità.
Questa nuova fase della mia vita mi ha portato a diventare quasi monotematico: ho letto in modo intensivo opere di teologia e filosofia, cercando di esplorare prospettive diverse, anche quelle più distanti dal mio pensiero. Non volevo limitarmi a un’unica visione, ma confrontarmi anche con autori che hanno fatto dell’ateismo la loro missione di vita. Questo approccio critico mi ha dato ulteriore conferma delle mie capacità di analisi e di interpretazione, rafforzando la mia struttura logica senza metterla in crisi.
Col tempo, ho lasciato definitivamente la mia passione per l’informatica per dedicarmi interamente alla riflessione sui grandi temi dell’esistenza. Spesso mi trovo a meditare su questioni irrisolte, come il concetto di vita eterna, oppure su ciò che hanno scritto autori che continuo a riscoprire nel corso del tempo. Le mie letture seguono un percorso spontaneo, dettato dagli spunti che emergono dalla cronaca quotidiana, con tutte le implicazioni morali che ne derivano, sia per la mia fede che per altre tradizioni religiose.
Grazie alla mia familiarità con l’informatica, ho iniziato a esplorare il potenziale dell’intelligenza artificiale, utilizzandola intensamente come strumento di studio e riflessione. L’AI si è rivelata preziosa per sintetizzare il pensiero di grandi filosofi e per offrirmi nuovi spunti di confronto. Sempre più spesso, mi ritrovo a sostenere lunghe discussioni con questi sistemi, testando le mie idee attraverso il dialogo con un’entità che, seppur non umana, è in grado di formulare risposte strutturate e coerenti.
So bene che, per molti, questa affermazione può sembrare provocatoria, soprattutto per chi non ha una conoscenza approfondita dell’AI o ne ha un’idea distorta. Tuttavia, trovo estremamente stimolante questo tipo di confronto, a patto di avere consapevolezza dei limiti della tecnologia e di non prendere per veritiero tutto ciò che essa afferma. Anzi, paradossalmente, spesso consi dero più affidabile un dialogo con l’AI rispetto a una discussione con un interlocutore umano, che inevitabilmente porta con sé pregiudizi e visioni soggettive. Questo non significa che l’AI sia esente da manipolazioni, ma almeno le sue risposte possono essere analizzate con maggiore distacco e verificabilità rispetto a quelle di una persona in carne e ossa.
In questo modo, l’intelligenza artificiale mi permette di affrontare temi che, altrimenti, rischierebbero di rimanere solo pensieri isolati, difficilmente organizzabili in un discorso strutturato. Per chi, come me, non ha una formazione accademica in filosofia, sarebbe quasi impossibile, alla mia età, studiare testi complessi e trovare interlocutori con cui confrontarsi in modo costruttivo.
Trovo dunque nell’AI una risorsa straordinaria, non solo perché mi consente di esplorare nuove idee, ma anche perché mi costringe a esprimermi attraverso la scrittura. Come dicevano i latini, scripta manent, verba volant, ogni discussione può essere trascritta, riletta e approfondita nel tempo, permettendomi di consolidare le mie idee e affinare il mio pensiero.
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