Scritti e Testi in Evidenza da Fonti diverse e citate
© copyright giacobbo mariano 2000 / 2025
Rimango a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza del testo sul mio sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto.

Colui che non Parla. (Testo di Gastone Brillet “Gesù nella sua vita interiore e tra gli uomini” ediz. Morcelliana Brescia 1943)
"Infans". Colui che non parla. La vita silenziosa di Gesù.
E' venuto per parlare : era questa la sua missione :
"Lo Spirito del Signore è sopra di me. Egli mi ha unto per annunciare la buona novella ai poveri... "(ISAIA 61, 1): in queste magnifiche parole di Isaia, Gesù formula il suo programma.
"Andiamo nei villaggi affinché io predichi anche là; perché per questo sono venuto"(MRC. 1, 38): in queste semplici parole, Egli esprime il principio direttivo della sua condotta.
"Dopo che Giovanni fu messo in prigione, Gesù venne in Galilea a predicare il vangelo del regno di Dio"(MRC. 1, 14): così gli evangelisti narrano l'inizio della sua vita pubblica.
Parlare, dunque, era il suo compito, la sua missione. E Gesù parlò; parlò in modo meraviglioso : con parole sapienti, con parole profetiche, con linguaggio allegorico come pure col linguaggio quotidiano delle conversazioni umane. E parlò anche con l'azione. I suoi atti erano anch'essi parola, perché erano segni ed espressioni di potenza, di autorità, di perdono, di consolazione, di speranza, di promessa, d'istruzione, di mistero e di verità.
E' morto perché ha parlato.
"Sono venuto al mondo per rendere testimonianza alla verità", diceva a Ponzio Pilato. Stupenda testimonianza che faceva fremere, ricordandola, l'apostolo Paolo (I Tim. VI, 13), testimonianza resa da Gesù anche alla presenza di tutto il sinedrio, quando il sommo sacerdote, stracciandosi la veste, gridò : "Avete udito la bestemmia ! ".
E tuttavia il Cristo è uomo di silenzio.
Il silenzio dell'infante, del tutto naturale nel bimbo e quindi anche in Gesù "fattosi simile ai suoi fratelli ", ai suoi fratellini, i piccoli, è un simbolo.
E il suo silenzio di trent'anni, ancor più misterioso, e quei silenzi che alternano, avvolgono e impregnano la sua vita attiva...., il lungo ritiro nel deserto che la inizia, i frequenti ritiri di giorni e di notti intere in luoghi solitari, sulle cime dei monti - i chiostri di Gesù - tutti questi silenzi sono una lezione.
Pensandoci bene, ci si accorge che il silenzio è il regno della sua anima, la sua atmosfera; l'anima sua ci vive, ci dimora, ci respira. Il silenzio è la scaturigine profonda delle polle fresche o dei ruscelli, dei torrenti o dei bei fiumi della sua parola; è il crogiuolo in cui la sua parola si elabora, si fonde, si accende, e donde scaturisce, ardente e luminosa. E' il mistero del silenzio di Gesù.
Gesù ha il rispetto del silenzio fino ad averne il culto.
Gesù ha il gusto del silenzio fino ad averne l'amore.
Gesù ha l'abitudine del silenzio fino ad averne l'arte.
Poiché ha l'intelligenza del silenzio, sa che esso è mezzo di luce, è la condizione necessaria per cogliere comprendere le grandi lezioni di vita, è la condizione di ogni pensiero personale; sa che il silenzio è una disciplina morale feconda nella quale si matura la coscienza, la volontà si forma, la vita tutta intera si approfondisce ed equilibra. Sa quale azione potente il silenzio esercita sull'uomo lo frena, lo modera, lo domina, permette di istruirlo e aiuta a formarlo.
Ma in grado ancora più profondo, Gesù possiede, . del silenzio, il senso religioso : sa che non si conosce Dio, non lo si adora, non si entra in comunione con Lui, se non nel silenzio. Il silenzio è esso stesso adorazione, è oblazione, è immolazione, è comunione. Si conducono le anime a Dio per i sentieri della parola e dell'azione; ma non si introducono nella sua intimità che per la porta del silenzio.
Questo spiega, non solo il posto che occupa il silenzio nell'anima e nella vita di Gesù, ma il compito che gli è riserbato nella sua attività interiore ed esteriore, qualche cosa di così vario ed agile, di così semplice e naturale sempre, di così simpatico, così possente...
Ho detto che Gesù possedeva l'arte del silenzio; sarei tentato di dire la virtuosità.
Nel silenzio, Gesù matura il suo pensiero e i suoi disegni; il silenzio forma la sua parola e prepara la sua azione; guida i suoi passi, lo sorregge nella fatica, ne ristora le forze, ne consola le pene. Quando diventa eroico, il suo silenzio esprime al Padre la sua confidenza, a gli uomini la sua santità; quando è freddo e severo, giudica i peccatori ; i farisei ipocriti, lo scaltro Erode, il vile Pilato; e rattrista quei discepoli troppo deboli, che perduta la fede in lui, se ne allontanano.
Copre col suo divino silenzio e protegge i reietti, i deboli, i piccoli, i penitenti, anche se non lo sono ancora. Attrae e immerge nel suo stesso silenzio quelli che saranno i suoi apostoli, i suoi testimoni.
Nasconde nelle profondità del suo silenzio la sua conversazione col Padre, la sua tenerezza filiale, l'un ne ineffabile con Lui; e pure nel silenzio cela l'indicibile amore per noi, l'immensurabile opera della nostra redenzione, la perpetuità della sua presenza eucaristica sulla terra, la vita misteriosa che ci comunica e che Egli stesso vive dentro di noi.
Come è dolce e salutare per noi, vittime come siamo del frastuono e spesso trastulli in sua balìa, schiavi di forse troppe conversazioni, e pur tuttavia per sacro dovere discepoli e maestri del raccoglimento perechè, "ministri della parola" e sacerdoti del Verbo, come è dolce contemplare e adorare in un silenzio più profondo del silenzio della notte e dei vasti campi di Betlemme, il Verbo divenuto infante, divenuto "Colui che non parla " !
Testo di Gastone Brillet “Gesù nella sua vita interiore e tra gli uomini” ediz. Morcelliana Brescia 1943


© copyright giacobbo mariano 2000 / 2025